Libri: “La scrittura non si insegna” – Vanni Santoni

“La scrittura in fondo è questo: un atto di conoscenza che si maschera di finzione.”

Gianni Biondillo

Con questo libro ho avuto una strana esperienza. L’ho acquistato in libreria, l’ho riordinato online e l’ho letto a pezzetti.

In realtà, con tutti i libri ho strane esperienze. Quelli che compro al mercatino dell’usato nascondono strane storie, quelli che acquisto in libreria nuovi scintillanti spesso mi deludono un po’; quelli che prendo quasi per caso sono invece e spesso sorprese incoraggianti.

Ecco, quando ho visto questo libricino nello scaffale rasente terra, che più vicino al pavimento non si poteva, nascosto dietro due enciclopedie e un libro di cucina, ho pensato: “uno in più non può fare male” e l’ho preso tra le mani – l’ho pagato, giuro. Era da un po’ che i libri sulla scrittura non mi dicevano niente di nuovo, forse sazia delle solite informazioni, e da questo titolo sono stata incuriosita, ma non con troppe aspettative.

Invece…

«In effetti io stesso, sebbene di corsi ne tenga svariati, reputo che la scrittura non si possa insegnare. Il motivo è uno, semplice e perentorio: la vastità infinita delle possibilità di un testo narrativo implica che infinite cose si possano scrivere in infiniti modi […] Qua non si fanno promesse in malafede: solo facendoti un culo mostruoso nella lettura prima, e nella scrittura poi, diventerai uno scrittore o una scrittrice».

Qualcuno contrario? Forse. Forse, perché molti sostengono che, per scrivere, leggere non sia l’unica via. Posso guardare film, fare esperienze, parlare con nuove persone… Certo, è vero, tutto fa brodo. E serve, serve anche vivere. Ma no, vi devo smentire, l’unico modo per scrivere davvero è leggere.

Leggere continuamente, fino alla nausea, fino a quando per osmosi si saranno assimilati i concetti base. Il perché di quelle storie, il modo migliore per costruire grandi mondi, grandi personaggi; grandi, grandi tutto.

Questo è quello che ho trovato nel libro di Santoni, con cui ho fatto a nozze fin da subito: una dieta.

Che nome spaventoso! Una dieta di lettura, ecco cosa propone l’autore: una dieta senza la quale non sarebbe possibile scrivere. Quali titoli contiene? Di tutto. E che scopo hanno? Quello di scremare chi non ce la fa. Chi non ce la fa a leggere. Perché non potrebbe farcela a scrivere.

Di solito, alla prima lezione del mio corso, mi presento spiegando i principi della “dieta”, e quindi assegnando una lista di libri da leggere. Comincia così:

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

James Joyces, Ulisse


Una provocazione? No, le prime 2000 pagine di provocazione per scoraggiare chi non è abbastanza coraggioso, un po’ come il pegno di sangue alle porte dell’Inferno: se hai il fegato ti tagli, altrimenti torna da dove sei venuto. Spietato, lo so, ma lo condivido.

E allora ci ho provato. Vanni Santoni mi ha detto (a me, perché in quel momento il libro lo stavo leggendo io) di iniziare leggendo i libri consigliati nella dieta. La metà non sapevo nemmeno esistessero. Quindi, ecco quelli che ho letto quest’anno a partire da aprile:

Alla ricerca del tempo perduto, 2666, Infinite Jest, Meridiano di sangue, L’arcobaleno della gravità, L’Aleph, Dimenticato re Gudù, L’uomo in fuga, Il padiglione d’oro, L’opera al nero e Il defunto odiava i pettegolezzi.

Alcuni della dieta li avevo già mangiati: Anna Karenina, la Austen, Ulisse, Calvino, Lolita, Aldo Busi, Pirandello e Italo Svevo, Moravia e Vittorini e qualche racconto dei russi.

Tutti gli altri mi aspettano ancora, o io sto aspettando loro, non lo so. Ma, disobbediente, sono andata avanti nella lettura con il capitolo 2, finendola circa due settimane fa. Adesso non mi resta che includere nella mia dieta tutti gli ingredienti mancanti. Fidatevi, sarà una guerra, ma io il mio sacrificio di sangue lo voglio fare.

Perché di questo si tratta, e mi trova in accordo Santoni, di «cambiare l’approccio alla lettura», di capire che per scrivere bisogna leggere, tutto e in tutti i modi, per il piacere di leggere, certo, ma anche per i imparare come si fanno alcune cose e come non se ne fanno altre.

Non vorrei parlarne di più, questo libro va solo letto e, mi permetto, di aggiungerlo nella dieta degli scrittori.

La scrittura non si insegna, Vanni Santoni per minimum fax, 2020

Potete acquistarlo QUI


P.S. Anche io, nel mio piccolo, ho fatto una dieta di lettura. La trovate nelle liste dei libri da leggere almeno una volta nella vita, che aggiorno ogni anno; partite da QUI

8 risposte a “Libri: “La scrittura non si insegna” – Vanni Santoni”

  1. Alcuni inseriti nella dieta li ho letti già anche io 😄 ma io penso che bisogna anche tanto scrivere, oltre che leggere. Questo lo dico perché mi sono resa conto del fatto che, quando non scrivo articoli per giorni e giorni, quando riprendo poi mi “affatico” di più. Direi quindi che bisogna sì leggere tanto, ma altrettanto scrivere tanto… ma bene, non a capocchia, né dei pensierini alla rinfusa… penso serva fare proprio una sorta di “ricerca”.

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  2. Bello che da aprile tu sia riuscita a leggere “Alla ricerca del tempo perduto, 2666, Infinite Jest, Meridiano di sangue, L’arcobaleno della gravità, ecc.”. Avendo letto anch’io gran parte di questi super-titoli-tomo [solo Meridiano a paragone degli altri è un bugiardino] mi chiedo però che senso abbia averli letti tanto in fretta. Leggere okay, assimilare per osmosi okay, condivido, leggere tanto, benissimo, ovvio, ma vorrei ricordare che leggere, specialmente simili tomi, non è una gara, né richiede la velocità di crociera di un dragster dodicimila cavalli sovralimentato Top Fuel.

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    • Ciao! Io leggo per lavoro, e pur essendo libri di dimensioni mastodontiche ti assicuro che non li ho “letti a velocità di gara”. Credo che ognuno abbia la propria velocità e il proprio ritmo, e farlo più velocemente non significa non capire. C’è chi legge un libro medio al giorno e chi lo fa in un mese. Credo che 8 mesi (da aprile fine novembre) siano, almeno per me, più che sufficienti!

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  3. La questione della dieta è molto interessante. La dieta in fondo è un’igiene alimentare e in questo caso potremmo pensare a una igiene della lettura e della scrittura, ovvero leggere bene per scrivere bene e viceversa. In fondo, per chi di noi ha questa passione, sono due nutrimenti fondamentali. Grazie per questa recensione

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    • Ciao, Elena! Grazie a te ☺️ sono d’accordo! Ma, oltre a ciò che scrive Santoni, credo anche nella “potenza didattica” di libri, se mi permetti il termine, “meno belli”. Proprio per sapere riconoscere ciò che non va

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      • Certo, è il tuo lavoro. Personalmente quando ne incrocio uno non perdo molti tempo in analisi e lo abbandono oppure lo leggo con la tecnica della lettura veloce. Un tempo lo avrei pervicacemente finito ma ora, sarà che non ho più tempo o pazienza, taglio corto. Leggere bene è sano

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